Lo sciamano, l’upupa e Lorenzo Jovanotti 

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Nell’inverno del 2009 fa mi trovavo a pochi kilometri fuori da Cusco, sulle Ande del Perù, durante uno dei miei viaggi.
Quando incontrai la casa di uno sciamano che, tra piante, oggetti misteriosi e animali da cortile mi invitò a scambiare due chiacchiere: accettai senza compromessi.

Era un uomo dall’aspetto bonario, con uno sguardo penetrante, con delle mani più simili a quelle di un contadino che di un teologo, mi offrì una tisana e iniziammo a parlare.
Mi raccontò in maniera molto semplice quello che era per lui la magia dell’essere vivi e dell’energia che ogni essere umano tiene in sé e allo stesso tempo può trovare nella natura, nelle piante, negli animali, nei paesaggi, nel vento. 

Poi si offrì di leggermi il futuro.  Accettai ancora.

Con incredibile spontaneità mi disse che il futuro sarebbe stato generoso con me se solo fossi riuscito a mantenermi leggero.
Solo la gioia di un approccio generoso ed ottimista può trasformare gli aspetti negativi della quotidianità in opportunità di evoluzione.

Mi disse anche che le cose sarebbero andate bene se solo avessi continuato a dipingere con colori vivaci le cose che facevo, il mio mondo. 
Mi diede una lista di colori da usare e mi parlò dell’animale guida:

Ognuno ha un animale guida, che non è solo una guida, ma anche uno specchio della propria anima. Il tuo è il colibrì.

Giacomo Giovannetti

Tornato in Italia, mentre passeggiavo nel silenzio della campagna marchigiana, incontrai, poggiata sopra un ramo, un’upupa.  Un uccello abbastanza raro da incontrare!

Questo volatile mi ricordava quei colibrì che avevo incontrato in Sud America, sembrava come se questo volatile fosse una sorta di cugino locale: quel colore, quella vistosità e allo stesso tempo quel carattere fragile e un po’ solitario e la tendenza a compiere lunghi viaggi per proteggersi dal freddo, li rendevano simili, pur vivendo l’uno nell’emisfero opposto dell’altro.

Il ricordo di quella profezia e di quello sciamano tornarono improvvisamente a galla come in una strana traduzione, dove i simboli si trasformano in messaggio, e un pensiero risuonò in me:

Non importa dove deciderai di vivere, mantieniti migrante dentro, sorvola sui problemi che sempre ci stringono ricordandoci la gravità. Sii tu il colore che manca, mantieniti visionario ad ogni latitudine, guarda le cose con meraviglia, apprezza ciò che hai.

Lorenzo Cherubini

Tempo dopo, ero a Milano dove, dove esponevo delle mie opere ad una mostra.
Quasi per caso Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti grazie a Nick Cerioni e Leandro Emede scoprì le mie opere rimanendone affascinato e mi invitò a Cortona dove con la sua band preparava il suo tour “Ora”.
Passammo una giornata per me indimenticabile, parlando di Amazzonia, tattoo e musica rap, per commissionarmi poi, tre opere per un’edizione limitatissima di t-shirt che avrebbe usato per i suoi concerti.

Mi disse: «Le tue illustrazioni sono una figata, le voglio per delle tshirt!».

Fu cosi, che di ritorno a casa, decisi di dar vita a un marchio tutto mio: un brand di abbigliamento metropolitano artigianale, dove veicolare il mio immaginario creolo, la mia arte.
Un marchio che fosse garanzia di qualità, ricercatezza dei tessuti e contro la moda odierna dell’usa e getta.

Mancava un nome… ma è bastato poco, oramai era tutto chiaro:

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